Storia

I misteri del Forte S.Giorgio (Il Castello)

I primi risultati degli scavi archeologici effettuati durante il restauro del Forte San Giorgio sull’Isola di Capraia

Isola di Capraia, 10 febbraio 2008

Durante una affollata conferenza nella sala consiliare del Comune di Capraia, che si è svolta nel pomeriggio di Sabato 9 febbraio 2008, alcuni degli archeologi ed antropologi che hanno partecipato agli scavi archeologici del Forte San Giorgio (Il Castello) dell’Isola di Capraia hanno presentato ai cittadini di Capraia una parte dei risultati degli studi da loro effettuati. Il Castello è uno dei simboli più importanti di Capraia e la sua immagine è contenuta anche nel Gonfalone del Comune di Capraia. (vedi foto)

Il Forte San Giorgio dai primi decenni del secolo scorso è di proprietà privata, la struttura sarà completamente ristrutturata e vi sorgeranno 9 appartamenti di gran lusso.

Gli scavi archeologici sono iniziati il 4 dicembre 2006, insieme ai lavori di restauro, sotto la direzione del Prof. Marco Milanese dell’Università di Pisa. Durante i lavori di restauro, costantemente seguiti dalla Sovrintendenze ai Beni Architettonici ed Archeologici, sono emersi numerosi e sconosciuti manufatti che hanno diradato un poco i misteri che avvolgono la storia del Castello.

La costruzione del Castello è iniziata nel settembre del 1540 subito dopo che la Repubblica di Genova era intervenuta per salvare gli abitanti di Capraia caduti nelle mani del Corsaro Dragut. Dal 1540 fino al secolo scorso sono stati numerosi gli interventi ed i rifacimenti che si sono susseguiti. Durante la conferenza sono stati illustrati i principali ritrovamenti effettuati durante di restauro del Castello.

La Chiesa ed il cimitero sotto il salone delle feste

All’interno del Castello c’era un grande salone con un monumentale caminetto. Il salone all’inizio del secolo scorso era il dormitorio dei giovani Balilla che d’estate venivano nella Colonia Marina dell’Isola di Capraia. In seguito il salone è diventata la sala da pranzo dell’albergo che è stato attivo tra il ’50 e gli anni ’60, negli anni ’70 poi è diventato la sala da ballo della discoteca. Sotto il pavimento, a pochi centimetri di profondità, è stata ritrovata la Chiesa di Capraia attiva dal ‘400 fino al 1760, data in cui fu inaugurata la chiesa di San Nicola.

La chiesa più volte rimaneggiata ed ampliata era anche un luogo di sepoltura. Sepolti sotto il pavimento infatti sono stati ritrovati gli scheletri di ben 150 persone. Alcune di queste sepolture sono abbastanza ordinate e presentano anche dei manufatti come corredo funebre dei defunti, una delle fosse comuni contiene invece un gran numero di cadaveri ammassati apparentemente in disordine. I cadaveri sembrano seppelliti tutti in una stessa epoca e sono tutti maschi.

Da un documento del 1726 ritrovato presso l’archivio diocesano di Massa Marittima, redatto dal medico di Capraia, sembra che in quell’anno ci sia stata una tremenda epidemia di influenza che ha decimato la popolazione. Il mistero su questi morti comunque è fitto, come mai sono tutti maschi? Come mai sono stati seppelliti ammucchiati gli uni sugli altri apparentemente in gran fretta? E dove sono finite le sepolture delle donne? Per aggiungere un pizzico di mistero tra i cadaveri sono stati ritrovate anche palle di moschetto. Questo mistero si aggiunge alle leggende di “fantasmi” che da sempre hanno accompagnato la storia del Castello.

La chiesa contiene anche le tracce di un crollo e di un incendio che potrebbe coincidere proprio con l’assalto del Corsaro Dragut ed il successivo saccheggio e rapimento di tutti gli abitanti di Capraia.

Le case dell’epoca di Dragut

All’interno del Bastione di Scirocco sono stati ritrovati i resti di quelle che potrebbero essere le case dei Capraiesi subito dopo l’assalto di Dragut. Si tratta di due piccoli edifici databili tra il 1540 ed il 1551 a più piani sorti sui resti degli edifici probabilmente distrutti nel 1540 dalll’assalto di Dragut. A lato di uno degli edifici c’era un muretto con una misteriosa scritta sull’intonaco che è stata staccata e che andrà a far parte del tanto auspicato museo di Capraia con tutti gli altri reperti. Gli studiosi si sono impegnati a conservare i reperti recuperati, tra cui pregevoli esempi di ceramica capraiese, in un deposito a Capraia e soprattutto si sono impegnati a studiarli a Capraia senza trasportali altrove.

Il Deposito del sale di epoca ottocentesca

Una strana stanza è stata trovata interrata nel Bastione di Tramontana, si tratta di una stanza con una pavimentazione rialzata su piccoli pilastri che mantenevano areato l’ambiente. Si tratta probabilmente di una stanza adibita a deposito del sale. La stanza poi è stata “obliterata” (una definizione che piace molto agli archeologi e che significa che è stata poi abbandonata e sotterrata).

Nella giornata di domenica 10 febbraio 2008 si è svolta una visita guidata all’interno di una parte del cantiere del Castello. Alla visita hanno partecipato un centinaio di cittadini di Capraia guidati dagli stessi archeologi ed antropologi che hanno tenuto la conferenza. Per alcuni dei Capraiesi si è trattata della prima occasione di visita del Castello. L’urgenza della visita è stata dettata dalle esigenze dei lavori di restauro. Presto non rimarranno che le foto ed i rilievi degli scavi archeologici a testimoniare queste importanti tracce della storia di Capraia, tutti questi manufatti infatti saranno ricoperti. Si spera sempre che almeno una parte rimanga visibile tramite una adeguata pavimentazione in vetro in modo che possano essere fruite anche dalle future generazioni di Capraiesi. Tra il Comune di Capraia e la proprietà c’è comunque un preciso accordo per lo svolgimento di alcune decine di visite guidate all’interno del Castello da tenersi anche durante la stagione turistica.

Sabato 20 settembre nella sala consiliare del Comune di Capraia si è svolto il secondo incontro con gli studiosi che stanno portando avanti la ricerca archeologica ed antropologica sul Forte San Giorgio meglio conosciuto come il Castello di Capraia. Anche questa volta come nel febbraio di quest’anno la popolazione di Capraia ha riempito la sala consiliare per questo appuntamento con le radici della storia di Capraia.

Il Castello è uno dei simboli più importanti di Capraia, la costruzione del Castello, ad opera del Governo della Repubblica di Genova, è iniziata nel settembre del 1540 subito dopo la distruzione del centro abitato di Capraia da parte del Corsaro Turgut Reis (detto Dragut). Dal dicembre 2006 sono in corso i lavori di restauro e gli scavi archeologici sotto la direzione Prof. Marco Milanese docente di Archeologia Medievale dell’Università di Sassari e di Pisa. I lavori di restauro sono costantemente seguiti dalla Dott.ssa Silvia Ducci della Sovrintendenza ai Beni Architettonici ed Archeologici di Pisa.

Già a febbraio erano state presentate numerose scoperte archeologiche ed antropologiche, in questo nuovo appuntamento è stato fatto un aggiornamento sulle scoperte già fatte e ne sono state presentate di nuove. Il Castello sembra davvero una fonte inesauribile di storia e di storie su Capraia ed è già previsto un nuovo incontro durante la stagione invernale.

L’incontro di sabato è stato preceduto dal saluto del Vice Sindaco di Capraia ed introdotto dallo stesso Prof. Milanese che ha presentato nell’ordine i lavori del Dott. Antonino Meo, della Dott.ssa Mara Febbraio (archeologi) e della Dott.ssa Patrizia Olia (antrolologa). Ci sono stati numerosi attestati di gratitudine sia per la maestranze del cantiere, della proprietà e per i numerosi studenti e docenti che hanno collaborato. Il Prof. Milanese ha più volte citato il prezioso lavoro storico svolto dal Roberto Moresco sfociato in due recenti pubblicazioni sulla storia di Capraia.

Le foto che seguono sintetizzano lo svolgimento della presentazione. La prima foto ritrae il Forte San Giorgio durante i lavori di restauro, si noti la grande gru che dal 2006 ha cambiato il panorama di Capraia. Segue la foto dell’introduzione del Vice Sindaco con il Prof. Milanese, si noti sul tavolo della sala Consigliare la ricostruzione di uno dei 150 misteriosi scheletri (tutti di sesso maschile) recuperati in tombe comuni sotto il pavimento della ex chiesa (La Pieve) che era ospitata nel Castello fino al 1700. Il Prof. Milanese nella sua introduzione ha ricordato che a tutt’oggi tutto ciò che è stato scoperto è rimasto in Capraia e si tratta di una grande mole di reperti che necessitano di studio e di spazi sia per essere conservati che per essere presentati al pubblico. Il Prof. Milanese ha sollecitato un accordo di programma tra l’Università e l’amministrazione Comunale per recuperare degli spazi adeguati e per favorire la conservazione, lo studio e la catalogazione da parte di docenti ed allievi che si succedono e che si succederanno a Capraia nei prossimi anni.

Il Castello prima del Forte (a cura del Dott. Antonino Meo)

La ricerca che stà portando avanti il Dott. Meo riguarda la storia di ciò che c’era prima della costruzione del Castello. Ben poco si sà di ciò che Dragut ha distrutto nel suo furioso attacco e successivo devastante incendio. Prima del Castello c’era una fortezza Pisana ma sulla sua forma e struttura per ora vi erano solo congetture. Dagli ultimi scavi sono emerse numerose informazioni che hanno permesso agli archeologi di formulare alcune ipotesi su come fosse costruita e del perché sia stata facile preda del Corsaro Dragut. In sintesi all’epoca della sua costruzione nel 1200 ad opera della Repubblica di Pisa era una fortezza costruita allo stato dell’arte delle difese militari. Un muro alto ma sottile costruito senza badare a spese. Con l’evoluzione della armi da fuoco però ciò che era un muro perfetto per difendersi dagli assalti con scale è diventato obsoleto a causa della comparsa delle armi da fuoco e dei cannoni. Il muro dunque fu abbattuto dalla potenza delle armi da fuoco di Dragut. Una volta prodotto un varco a cannonate nel muro di cinta per il Castello Pisano e per i Capraiesi non c’è stato più niente da fare. Come se vede nelle foto gli archeologi hanno ricostruito al computer quella che poteva essere la struttura del Castello Pisano ed anche delle case presenti all’interno di esso. In un primo momento si trattava probabilmente solo di capanne di legno, solo in seguito sono state costruite vere e proprie case addossate allo stesso muro del Castello Pisano. Queste ultime furono quelle distrutte da Dragut. Nella costruzione del Forte San Giorgio data l’estrema distruzione che aveva causato l’assalto di Dragut ciò che restava del vecchio Castello Pisano è stato completamente inglobato come semplici detriti nella nuova costruzione e fino ad oggi non ne era emersa alcuna traccia. Il muro del Castello Pisano, che si vede colorato di giallo in una delle foto si trova alcuni metri all’interno dell’attuale bastione del Forte San Giorgio, rimane per ora l’unica traccia della imponente costruzione medievale.

Fra guerra e pace. Storia del Forte di Capraia dal 1540 alla seconda metà delll’Ottocento attraverso le fonti archeologiche (a cura della Dott.ssa Mara Febbraro)

La ricerca della Dott.ssa Febbraio si è incentrata sulla storia del Forte a partire dalla costruzione nel 1540. In particolare il bastione di scirocco, con vari edifici, la Pieve ed in particolare sul Bastione di Tramontana il magazzino del sale da cui sono emersi altri livelli di reperti una volta scavato il sito. Nel 1854 si verificò il crollo del lato a mare del castello che distrusse l’intero “quartiere delle donne”. Qui c’era la chiesa di S.Croce di cui è stato ritrovato solo l’angolo di un muro perimetrale. In questo crollo si è perso un quarto dell’intero castello e l’area del magazzino del sale sul bastione di tramontana è stata abbandonata perché considerata poco sicura.

Il Prof. Milanese ha presentato una ricerca sulla vita quotidiana a partire dagli scavi sul retro della casa del Commissario. Grazie ad un documento nel quale si chiedeva la sistemazione dell’area alle spalle dell’edificio si è potuto sapere che il castello nel 1682 era abitato ormai solo da militari (11), da poche famiglie di militari e da 6 vedove. In sostanza già in quella data era nato il Borgo fuori dal Castello in sostanza l’odierno paese. Durante il risanamento dell’area alle spalle della casa del Commissario sono stati abbattuti i numerosi edifici ormai fatiscenti e tra le macerie sono state trovati numerosi manufatti (brocche e vasi) anche integri oltre a resti di cibo (gusci di ostriche della corsica, carapaci di tartarughe marine) e vari utensili.

La Dott.ssa Olia ha presentato uno degli scheletri ritrovati nelle sepolture comuni della Pieve dai quali si possono ricavare con studi sempre più accurati informazioni preziose sulle caratteristiche della popolazione Capraiese dell’epoca. Dalle prime analisi si ricava che gli uomini erano quasi tutti impegnati in attività faticose, erano robusti di costituzione ed avevano danni a carico delle articolazioni. L’età dei defunti và da 0 a 70 anni e per il sesso (come già raccontato nella prima presentazione di febbraio 2008) erano tutti maschi. Le tombe erano tutte tombe comuni ma si possono suddividere in tombe ordinate e tombe disordinate. Queste ultime, forse per una epidemia riportata in un documento dell’epoca, testimoniano una grande urgenza di seppellire un numero sempre crescente di corpi.

Rimane il mistero dell’assenza delle donne. Che siano state sepolte nella scomparsa chiesa di S.Croce crollata per intero nel 1854? Tra i misteri rimasti irrisolti c’è anche la fine della ex Badessa della Chiesa di S.Croce rimasta per lunghi anni prigioniera della Chiesa della Pieve ormai deserta e riservata solo alla sua prigionia. Di nuovo sembrano affiorare riscontri oggettivi alle leggende sui fantasmi di donne che ogni tanto compaiono sui bastioni del Forte  S.Giorgio dell’Isola di Capraia.