C’è un’Isola-che-non-cè per ogni bambino…
Di Marco Rustioni
Isole: Capraia
C’è un’Isola-che-non-cè per ogni bambino, e sono tutte differenti.
(Peter Pan)
Arcipelago toscano! Sette perle!! Sette frammenti di Terra testimoni di irripetibili vicende geologiche che si sono rincorse in milioni di anni. Mondi nel mondo! Scrigni capaci di custodire gelosamente il loro prezioso contenuto frutto di mirabili eventi naturali che si sono intrecciati nel corso del tempo, ora in modo pacato ora tumultuoso.
Eccola, Capraia!! Adagiata tra la Gorgona e l’Elba e protesa verso la Corsica, entra in scena a partire da 10 milioni di anni fa a causa di eventi vulcanici destinati a cambiare il volto di questa parte del “mare nostrum”. Isola che non conosce compromessi: o la odi o la ami. Nel mio caso , fin da quel burrascoso arrivo del marzo 1994, fu amore. Si burrascoso! Giorno di grecale in quell’ultima parte di marzo. Due ore passate al riparo dietro punta Zenobito in attesa di improbabili miglioramenti meteo, per poi ritornare al porto di Livorno. La notte portò consiglio ad Eolo, e dopo un serrato conciliabolo con le autorità divine locali, cessò di imperversare in quel tratto di mare. Fu così che all’ indomani la comitiva approdò all’isola. Da allora Capraia è divenuta meta ricorrente, ora in compagnia della famiglia, ora con esperti geologi, ora con amici ed infine con colleghi e studenti. Ogni volta sensazioni diverse evocate dal succedersi delle stagioni ma soprattutto dalle diverse prospettive offerte dagli “stessi luoghi visti con occhi diversi”.
Rocce che raccontano!! Vista dal mare, l’isola presenta coste impervie, scoscese, maestose, severe. Un succedersi di strati vulcanici ognuno con colori e spessori differenti che, nel loro insieme, ricordano le numerose eruzioni.
Dal monte Castello, alla particolarità dello stagnone fino alle bellezze contenute nelle lave arrossate di Cala Rossa (punta Zenobito), Capraia è capace di stupire con i suoi mille volti. In primavera si veste di colori e profumi che si intrecciano gli uni con gli altri producendo sensazioni uniche. Colori che assieme al manto verde della “macchia mediterranea”, rendono i profili meno aspri. Un tesoro di diversità biologica curato dalla mano sapiente dei suoi abitanti sin dalla notte dei tempi. Un rispetto reciproco ed essenziale per mantenere le sue bellezze e consegnarle alle generazioni future.
Prima di avventurarmi in queste righe, sono andato alla ricerca di immagini e soprattutto di ex di allievi, ormai adulti, per alimentare il ricordo. Uomini e donne che hanno sui 40 anni con famiglia e figli. Tutti ricordano quel soggiorno nella terra dei contrasti: aspra e selvaggia ma nel contempo teatro di sinfonie di colori e di profumi che allietano i sensi. Non si tratta del semplice ricordo dei tempi ormai andati dove tutti eravamo più giovani. No!! I dettegli che emergono dai loro ricordi, dai loro racconti, mostrano quanto è rimasta impressa nella loro memoria l’immagine di Capraia e di quella esperienza. Un tempo che ha segnato in modo indelebile il loro divenire.
Infine un ricordo privato, familiare. Primavera 2002! Mattina! Ci incamminiamo lungo la mulattiera con i bimbi piccoli: destinazione il “laghetto”. Il percorso vissuto come una avventura rimase nei loro giochi e nei loro disegni per mesi: “lo stagnone”. Da allora la sua immagine ha accompagnato spesso i nostri sentieri.
Guardate nel profondo della natura, e allora capirete meglio tutto.
(Albert Einstein)