Arte,  Capraia,  Poesia

La nebbia del 2007

Nebbia, una poesia di Giovanni Pascoli

Nebbia
Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba, da’ lampi notturni
e da’ crolli d’aeree frane!
In questa danza silenziosa,
ti avvolgi intorno agli alberi,
come un velo di mistero,
un abbraccio di sospiri.
Le strade si perdono,
i contorni si sfumano,
e persino il sole,
timido e pallido,
sembra smarrito
tra le tue braccia.
Nebbia, sei un enigma,
un segreto che si cela,
una carezza fredda
sulle guance dei passanti.
E mentre tutto si dissolve,
tu resti, immutabile,
a custodire i segreti
della terra e del cielo.
Forse sei l’anima
di un mondo nascosto,
dove le ombre danzano
senza mai toccarsi,
e i pensieri si perdono
nelle tue spire di vapore.
Nebbia, sei poesia,
un verso sussurrato
nell’aria sospesa,
tra il visibile e l’invisibile.
E quando il sole,
finalmente, ti dissolverà,
sarai ancora lì,
tra le pagine di un libro antico,
tra le rughe del tempo,
a raccontare la tua storia,
la tua danza senza fine,
la tua bellezza eterea.
Nebbia, sei il velo
che avvolge il mondo,
la malinconia di un mattino,
la promessa di un nuovo giorno.
E mentre ti guardo,
mi chiedo:
cos’è la nebbia,
se non un sogno
che si materializza
nell’aria stessa?