L’Anello dello Zenobito
Di Mariella Ugolini
L’Anello dello Zenobito: Paese – Piano – Monte Arpagna – Punta dello Zenobito – Sentiero perduto dello Zenobito – Piano – Paese
Il percorso ad anello che permette di esplorare la zona centro sud dell’isola di Capraia è fra gli itinerari più affascinanti dell’Arcipelago Toscano e permette di raggiungere la Punta dello Zenobito.
L’estremità meridionale dell’isola è uno dei luoghi più belli del Mediterraneo: le alte scogliere di roccia vulcanica dai colori sorprendenti precipitano a picco nel blu del mare, la vegetazione di gariga e macchia colonizza l’ambiente estremo, l’antica torre genovese resiste al vento nella natura selvaggia dell’isola guardando l’orizzonte infinito.
Qui più che altrove potrete percepire l’energia dell’isola.
Caratteristiche del percorso escursionistico:
Lunghezza totale: 16,5 km circa
Dislivello totale in salita: 750 m circa
Tempo di percorrenza effettivo: 6 ore circa
Livello di difficoltà escursionistica: molto impegnativo.
Il percorso nella parte iniziale è su agevole strada cementata e sterrata, poi su mulattiera con pavimentazione irregolare. La discesa dal Monte Arpagna alla piana dello Zenobito è piuttosto ripida, su fondo sdrucciolevole con rocce affioranti ed è necessario fare molta attenzione anche per l’individuazione della traccia (sono presenti ometti di pietra). Il ritorno lungo il sentiero 401 presenta alcuni brevi tratti dove occorre fare attenzione alla segnaletica bianco/rossa e agli ometti di pietra.
Si consiglia di effettuare il percorso con favorevoli condizioni meteo e temperature fresche.
La copertura della rete mobile è scarsa o assente lungo quasi tutto l’itinerario.
L’itinerario si svolge per la maggior parte all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, si raccomanda di rispettare le norme di tutela segnalate dall’Ente Parco (https://www.islepark.it/ente-parco/normativa)
Attrezzatura necessaria:
Scarpe da trekking
Scorta d’acqua (lungo l’itinerario non sono presenti punti di rifornimento, per cui si raccomanda di portare almeno 2 l a persona, in caso di alte temperature si raccomandano 3 l a persona)
Mappa dei sentieri dell’isola
Attrezzatura consigliata:
Cappellino (il percorso è quasi tutto esposto al sole)
Crema solare protettiva
Bastoncini da trekking (molto utili sia in discesa che in salita).
Descrizione dell’itinerario:
Si segue la descrizione dell’itinerario dal Paese al Monte Arpagna
(Vedi anche:https://www.visitcapraia.it/escursione-al-semaforo-del-monte-arpagna/)
Arrivati in prossimità della vetta dell’Arpagna, al bivio che indica a destra la cima raggiungibile in pochi minuti e a dritto lo Zenobito, si prosegue seguendo quest’ultima direzione sul sentiero che da qui è segnalato con il n. 403.
Il sentiero comincia presto a scendere fra la macchia bassa verso la Punta dello Zenobito, riconoscibile dopo pochi minuti di cammino, in lontananza, per la presenza di una torre costruita proprio sulla punta estrema dell’isola.
La segnaletica verticale/orizzontale bianco/rossa è meno frequente in questo tratto, per cui si raccomanda di fare attenzione agli ometti in pietra nei punti che possono presentare maggiori difficoltà per l’individuazione del percorso, ad esempio sui roccioni. La discesa richiede impegno e concentrazione essendo ripida, in parte su terra battuta talvolta sdrucciolevole, in parte su roccia affiorante, in una vegetazione di arbusti di cisto, rosmarino ed erica che permettono allo sguardo di spaziare sullo splendido panorama.
Alla quota di circa 110 m s.l.m., a una distanza di circa 1,3 km dal bivio della vetta del Monte Arpagna, si incontra il bivio (indicato con segnaletica verticale) da dove inizia il sentiero n. 401 che ci permetterà di tornare al Paese chiudendo l’anello. Volendo osservare la torre più da vicino, proseguiamo a dritto lungo il sentiero n. 403.
Raggiunta la zona pianeggiante della ‘Piana dello Zenobito’, diversi sono i piccoli sentieri nella vegetazione che permettono di esplorarla. Per raggiungerne il limite della Piana e ammirare la Torre si consiglia comunque di fare attenzione alla segnaletica bianco/rossa (scarsa) e agli ometti di pietra che ci consentiranno di individuare la traccia per raggiungere il punto panoramico da cui osservare la Torre.
Arrivati quindi al limite della piana, potremo fare una sosta per ammirare davanti a noi lo sperone roccioso a picco sul mare su cui si eleva possente la meravigliosa Torre dello Zenobito, eretta alla metà del ‘500 per difendere l’isola dalle incursioni corsare. Sulla destra potremo godere dello scorcio panoramico sulla Cala del Moreto, dalle scogliere battute da vento, mentre a sinistra domineremo dall’alto la splendida Cala Rossa, così chiamata per le rocce di colore rosso, impressionanti nel contrasto con il verde-blu del mare.
(Vedi anche: https://www.visitcapraia.it/la-piana-dello-zenobito/)
La Punta, luogo estremo dell’isola proteso verso il mare, è il posto dove più si percepisce l’energia dell’isola. Ascoltare il silenzio rotto solo dal suono del vento, dalle onde del mare che si infrangono sulle rocce, dalle grida dei gabbiani, in un contesto naturale selvaggio dove le tracce della presenza umana risalgono a un tempo lontano e la vegetazione è caratterizzata da una meravigliosa gariga ad elicriso, con piante di cineraria marittima, rosmarino, cisto e spazzaforno, e è un’esperienza unica e indimenticabile.
Dopo la dovuta sosta, riprendiamo il cammino a ritroso sui nostri passi e in circa 25 minuti raggiungiamo di nuovo il bivio dove comincia il sentiero n. 401, che ci permetterà di raggiungere il paese in circa 2,5 ore di cammino.
Il sentiero n. 401, chiamato ‘Sentiero perduto dello Zenobito’, fu realizzato per raggiungere la Punta dello Zenobito e costruire la Torre di difesa. Nel corso del tempo, dopo l’abbandono della Torre e delle attività agricole, il sentiero cadde in disuso e fu ‘riconquistato’ dalla vegetazione. Una impegnativa opera di recupero ha permesso di poter di nuovo godere di questo itinerario meraviglioso.
(Vedi anche: https://www.visitcapraia.it/il-sentiero-perduto-dello-zenobito/)
Lungo il sentiero ci sono alcuni brevi tratti in cui è necessario porre attenzione alla segnaletica bianco/rossa e agli ometti di pietra che aiutano a non perdere la traccia sui roccioni.
Il sentiero segue il sali e scendi della costa orientale dell’isola, sui rilievi e nelle vallecole dei vadi (torrenti stagionali) che sfociano nelle calette a mare.
In corrispondenza dei vadi, la vegetazione a erica, corbezzolo e mirto riesce, elevandosi, a ombreggiare il percorso, per il resto esposto al sole.
Alla Cala della Carbicina, subito dopo aver superato il vado omonimo, incontreremo la deviazione (priva di segnaletica) che in poche centinaia di metri conduce al mare. Ignoratala, continuiamo a percorrere il sentiero n. 401.
Arrivati sul promontorio del Patello, guardando verso occidente avvisteremo l’area pianeggiante detta ‘Il Piano’, antico sito di colonizzazione sull’isola, dove ancora oggi è presente la piccola Pieve di Santo Stefano Protomartire, circondata da vigneti.
Dal promontorio quindi continuiamo a seguire il sentiero n. 401 che si insinua verso l’interno in direzione del Piano. Superato il Vado del Casalino e il Vado del Ceppo, si incontra il bivio da cui, prendendo a destra sul sentiero n. 409, si può raggiungere la Cala del Ceppo. Ignoriamo il bivio e proseguiamo salendo a dritto. Ben presto il sentiero diventa pianeggiante e costeggia il muro di cinta dei vigneti dell’Azienda Biologica La Piana. A circa 500 m di distanza dal bivio per la Cala del Ceppo, troveremo alla nostra destra, su un pianoro leggermente rialzato rispetto al sentiero, la piccola chiesa romanica di Santo Stefano Protomartire.
Il piccolo edificio immerso nella vegetazione ombrosa, invita ad un’ultima sosta prima del rientro nel paese ormai vicino.
Ripreso il sentiero, dopo poche decine di metri incontreremo una stradella sterrata sulla quale ci immetteremo girando a sinistra. Fatti circa 65 metri incroceremo un’altra stradella sterrata che prenderemo girando a destra (andando a sinistra raggiungeremmo il cancello dell’Azienda Biologica La Piana, da cui dovremmo tornare indietro). La stradella sterrata si immette, dopo una cinquantina di metri (in corrispondenza del bivio con il sentiero n. 405) nella strada sterrata che, segnalata come sentiero n. 406, ci permetterà di raggiungere il paese in meno di mezz’ora di cammino.
La fatica si farà sentire anche in chi è allenato, ma la bellezza vissuta attraverso questo itinerario sarà tra i ricordi indelebili dell’isola.
Mariella Ugolini
Guida Ambientale Escursionistica
Guida Turistica
Guida Parco Nazionale Arcipelago Toscano
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